L’importanza di fare rete. Parla l’interprete Véronique Duchene

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Nel corso di un progetto di traduzione in ambito diplomatico, ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con l’interprete Véronique Duchene, sempre attiva nel lanciare iniziative che promuovano la coesione nella nostra comunità professionale. Quanto è importante fare rete? Ce lo racconta proprio lei.

Madrelingua francese, hai lavorato per anni come interprete sia nel mercato italiano sia in quello francese. Quali sono le principali differenze?

Purtroppo, una sola: la tariffa. In Italia, mi trovo spesso a dover trattare sul prezzo del mio servizio, cosa che raramente mi succede in Francia. La mia percezione è che in Italia vi sia una vera e propria guerra al ribasso a discapito del nostro status professionale!

L’interprete è, nella maggior parte dei casi, un lavoratore autonomo. Pensi che questo tenda a generare rivalità all’interno della categoria professionale?

Più che rivalità, la chiamerei naturale concorrenza sulla quale si base l’economia di mercato nella quale viviamo. Poi, che tenda a provocare effetti che, sotto l’aspetto morale non lasciano a volte indifferenti, sì, sono d’accordo! Siamo sinceri, vivere di concorrenza significa vivere un’incessante lotta che logora! Dopodiché, ognuno segue la propria strategia. Personalmente non considero i miei concorrenti come rivali, ma piuttosto come collaboratori. Mi sarà costato qualche incarico? Può darsi, ma intanto svolgo la mia attività in modo etico e sereno.

A Roma hai organizzato degli eventi e aperitivi per mettere in contatto tra loro i colleghi di questo settore. Raccontaci di questa iniziativa e di quella che stai lanciando durante la quarantena.

Ho lanciato l’Aperitivo romano per traduttori e interpreti nel 2017 partendo semplicemente dalla seguente idea e famosa citazione: “Da soli si cammina veloci, ma insieme si va lontano”. Penso infatti che confrontarsi tra pari, scambiarsi idee su come affrontare le difficoltà più disparate, dare consigli e dritte ai giovani colleghi siano le giuste risposte alle esigenze del nostro settore in quanto lavoratori autonomi.

Ovviamente esistono già strumenti di aggregazione, quali le associazioni di categoria, ma volevo proporre qualcosa di più immediato, piacevole e senza impegno! L’iniziativa lanciata in quarantena, l’ho riservata ai colleghi più stretti, ai quali ho chiesto se volessero rimettersi in gioco praticando qualche modalità di interpretazione, ad esempio la memorizzazione, la presa di note, e la ricerca terminologica.

Ovviamente lavoro già a una terza edizione dell’aperitivo sicuramente virtuale…

Per un interprete, quanto è importante fare rete?

Penso sia fondamentale. Il primo aspetto è meramente strategico: fare rete al fine di instaurare nuovi contatti lavorativi che potrebbero rivelarsi fondamentali se un cliente richiede servizi in lingue che non sono di nostra competenza o semplicemente perché per portare a termine determinati incarichi il contributo di un solo professionista non è sufficiente. Il secondo aspetto è rendersi utile. Penso sia l’elemento di base senza il quale la rete non funziona. In tutto quello che faccio, cerco sempre di rendermi utile. È un vero Leitmotiv nella mia vita. Ritengo che si possa imparare tanto dagli altri e non parlo soltanto di utilità pratica e finalizzata. Credetemi, ho anche imparato tanto da studenti e giovani colleghi con cui ho avuto il piacere di discutere e condividere un po’ della mia esperienza. Ovviamente fare rete richiede impegno e pazienza! Ma, visti i risultati, credo che ne valga veramente la pena. Si tratta insomma di un vero e proprio investimento.

Ringrazio molto Véronique per tutti questi spunti! La trovate anche sul suo sito.

Intervista a cura di Silvia Cicciomessere, Interprete e Traduttrice a Roma.