Come si definisce una traduzione ‘premium’? L’opinione di Juan Pablo Sans Palacios

So che questo tema potrebbe ferire l’ego di qualcuno ma, avendo ciascuno diritto di esprimere la propria opinione, penso che una voce fuori dal coro debba trovare anch’essa il suo spazio.

Tenendo presente quanto sopra, veniamo al dunque. Che cos’è il mercato “premium”? Secondo alcuni dei miei colleghi, si tratta di un mercato riservato ai migliori professionisti del settore della traduzione in poche fortunate combinazioni linguistiche (in particolare quelle che includono tedesco e/o francese).

I clienti sono disposti a pagare loro onorari più alti perché li riconoscono come “traduttori premium”, che hanno ricevuto il “dono divino” di San Girolamo.

Tuttavia, ho un’opinione leggermente diversa.

Credo sinceramente che non esista un mercato premium.

Il mercato premium è un termine coniato da coloro che si autodefiniscono vati capaci di bere dal calice d’oro del mercato mentre i comuni mortali sudano lavorando per le agenzie di basso profilo. Arrivano ad affermare di aver raggiunto tale status grazie a una lunga esperienza e a una conoscenza specialistica del campo in cui traducono.

Io, però, la penso diversamente.

Conosco molti traduttori con molta più esperienza e talento di coloro che si definiscono premium, eppure i primi spesso non riescono ad accedere al mercato “premium” perché non sanno come fare. A parte autodefinirsi premium, non offrono un percorso per raggiungere la propria posizione (che quindi non è replicabile), tranne il fatto di essere un traduttore “migliore” e “più specializzato”.

Obiettivamente, non c’è modo di misurare se una traduzione sia migliore di quella di qualcun altro se non quando ci si trova nelle circostanze in cui un errore o una traduzione migliore dà un vantaggio a un cliente o gli evita un problema. Quest’ultimo punto è in linea con quanto dicevo qualche giorno fa riguardo all’avere un’offerta chiara e una specializzazione che si allinea con i bisogni e i desideri profondi dei propri clienti, ovvero Ricchezza, Salute e Relazioni.

Si capisce anche che alcuni clienti richiederanno un servizio premium, mentre altri richiederanno un servizio dozzinale perché percepiscono in modo diverso il valore del lavoro del traduttore.

Per esempio, una società che ha bisogno solo di una semplice descrizione di qualcosa non pagherà un premium per una traduzione, mentre la stessa azienda non affiderà a un’agenzia di basso profilo la traduzione della landing page del proprio sito web che punta a convertire le visite in vendite (quindi in questo caso la traduzione dà Ricchezza)

Per me si tratta semplicemente dei principi del marketing applicati alla perfezione: il messaggio giusto alla persona giusta nel momento giusto in linea con i bisogni del cliente.

Paradossalmente, spesso quelli che si autodefiniscono traduttori premium si rifiutano di chiamare questa strategia “marketing e comunicazione”, mentre altri affermano di essere esperti nella traduzione di contenuti marketing. Eppure molti di loro arrivano a dissacrare il marketing e la comunicazione e a definirli innecessari, dicendo che la landing page è una truffa, che il MLM è una piramide, che il funnel è un bot…

Non fraintendetemi: il marketing da solo non funzionerà. Come in ogni altro campo, se non sei un buon traduttore, non potrai far parte dell’élite..

Detto questo, non c’è bisogno di aspettare 20 anni per far parte dell’élite in tempi in cui un consulente di 25 anni può avere un conto in banca da un milione di dollari. Scommetto che qualsiasi traduttore che capisca i concetti del marketing e studi con veri esperti di questo campo (non altri traduttori che vendono corsi per soli traduttori) può entrare facilmente a far parte del mercato premium entro i 30 anni.

Sfortunatamente per me, ho iniziato a capire i concetti del marketing a 31 anni, eppure la differenza in questi ultimi 2 anni è brutale per riuscire ad aprirsi un varco d’accesso al mercato premium, ma sono sicuro che in capo a due o tre anni avrò un portfolio completo di clienti premium.

Questa, almeno, è la mia opinione. Cosa ne pensate voi?

Estratto di un articolo pubblicato su Facebook da Juan Pablo Sans Palacios, traduttore inglese-spagnolo e titolare di Tradcreation.

Tradotto da Silvia Cicciomessere, traduttrice e interprete a Roma.