L’interprete: gestire l’adrenalina. Ce ne parla Filomena Furlan

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Ho avuto il piacere di lavorare in cabina con l’interprete Filomena Furlan, nel dicembre 2019, in occasione di una conferenza davvero sfidante. Ci siamo trovate subito in sintonia e mi ha raccontato qualcosa che vale la pena di condividere con voi. Per questo l’ho richiamata per approfondire.

Hai detto che preferisci l’interpretazione alla traduzione, perché sei sempre alla ricerca dell’adrenalina. Spiegaci meglio questa sensazione e come fai a gestirla quando l’adrenalina diventa troppa.

Che bella domanda! Sì, preferisco l’interpretazione proprio per questo motivo. Sono cresciuta con lo sport agonistico, mettere le mie capacità alla prova in campo per me è quindi un grande stimolo. In cabina l’adrenalina è sempre molta, perché di fatto non sai mai cosa ti aspetta e le competenze e capacità sia di concentrazione che di interpretazione sono sfide secondo per secondo. Quando l’adrenalina diventa troppa… Beh, bisogna fare in modo che questo non succeda. Per evitarlo, creare un’atmosfera di complicità e non di competizione con il/la propria collega è fondamentale.

La tua passione per il lavoro ti ha dato la grinta giusta e la carica anche per superare momenti difficili?

Sì. Il lavoro e lo sport mi hanno sempre accompagnata alla porta d’uscita delle situazioni difficili che nella mia vita ho dovuto affrontare.

Provieni da una famiglia bilingue. È comunque una sfida per te passare da una lingua all’altra, quando lavori da interprete?

Sì, è comunque difficile ma dipende di quale lingua si tratta. Se sono le due lingue per me più naturali, ovvero italiano e arabo, è sicuramente più facile rispetto ad arabo-inglese o arabo-francese oppure arabo-tedesco.

Lavori anche come interprete telefonico del Numero Unico di Emergenza. Qual è stato il momento più emozionante che hai vissuto mentre prestavi servizio?

Questo tipo di lavoro è molto particolare e sempre emozionante – la caratteristica principale è proprio che ci si occupa delle emergenze. Quando si risponde al telefono, l’operatore del NUE comunica la lingua in cui è richiesto il servizio e da lì comincio a interpretare la necessità della persona che ha contattato il NUE, che poi ci passerà allo step successivo (questura, pronto soccorso, vigili del fuoco etc.). Le situazioni sono sempre diverse: si passa dal furto, all’incidente in auto, alla guardia costiera di un’altra nazione che segnala la presenza di un’imbarcazione, agli ospiti di un centro migranti che si ribellano, al malore per cui serve un’ambulanza… Quello su cui, però, più di tutto, questo servizio mi ha portata a riflettere è stata la complessa multidimensionalità della realtà, dove così tante situazioni accadono e concorrono nello stesso momento. Di questo ti accorgi immancabilmente quando il telefono continua a squillare e ogni volta che rispondi chi ti parla è in un luogo diverso con un’esigenza e un’urgenza completamente diversa dalla persona con cui hai parlato pochi istanti prima. Sembra una cosa banale. Lo è anche, forse. Ma per me rimane qualcosa di veramente straordinario su cui riflettere per ricordarmi quanto siamo umani.

Grazie ancora all’Interprete Filomena Furlan, la trovate su Pillole di Arabo.

Intervista a cura di Silvia Cicciomessere, Interprete e Traduttrice a Roma.